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IL CUSTODE

Il mio percorso artistico ed umano mi vede da anni impegnato in un progetto che tende a restituire centralità all’ “uomo” ed alla sua natura spirituale, convinto che questa possa essere la sola strada per una possibile rinascita, una rinascita terrena ancora prima di quella eventualmente concessa da un qualunque Dio.

Questa rinascita richiede però un cambiamento, un pensiero nuovo, tanto rivoluzionario quanto antico, un pensiero che rimetta al centro la vera essenza del nostro essere e che liberi tutto l’amore di cui è capace per alimentare di nuova energia la nostra anima e cambiare il mondo. Io credo che l’anima possa essere quello spirito di cui si parla in tante religioni, quella brezza che ci rende vivi e che ci eleva alla condizione di figli di Dio, un dono che noi abbiamo il dovere di far crescere, un corpo sacro che va alimentato e che non si nutre di carne.

Da questa premessa nasce il mio progetto artistico che prende forma dalla riscoperta di una delle più straordinarie “icone pop” del nostro tempo: il Cuore. Mi riferisco a quel cuore utilizzato ormai solo nelle ricorrenze che il mercato decide di santificare, quel simbolo sbandierato come emblema di un certo buonismo che ci chiede di essere generosi per sopperire al cinismo degli stati, quell’icona mercificata dal sistema e offeso dalla superficialità, dall’egoismo e dall’ignoranza e che, nonostante tutto questo, non ha mai perso il suo valore legato a quell’idea di amore sempre in tentazione tra sacro e profano.

Nei miei lavori la forma archetipo del cuore diviene tempio e custode del tempio, password di accesso ai suoi stessi contenuti, racconto di un pellegrinaggio laico verso la conoscenza. Io credo che dobbiamo riappropriarci di questo simbolo straordinario e restituirgli tutto il suo profondo significato. Il cuore è bandiera di una sacralità che non ha bisogno di religioni e simbolo di un amore universalmente condiviso. E’ quell’organo potente che spinge ogni giorno la vita nelle vene alimentando il nostro cervello e le nostre azioni. Dobbiamo rimettere il cuore al centro della nostra esistenza, della nostra politica, della nostra fede, del nostro essere società civile e tornare ad affermare con forza la centralità dell’essere umano.